The Ninth Step - Barbara Taylor Sissel
Se qualcuno dovesse chiedermi perché ho scelto di richiedere “The ninth step” e perché l’ho letto, risponderei che non ne ho la più pallida idea. Non ricordavo neanche la trama e sono esterrefatta di essermelo ritrovata nelle cose da leggere, ma devo ammettere che è stata una lettura interessante.Livie, il diminutivo di Olivia, vive una vita tranquilla nei sobborghi di Houston (Texas) dove lavora come progettista di giardini insieme al suo vicino di casa Charlie. È stata abbandonata sull’altare dal suo fidanzato Cotton, ma non ha mai saputo il perché. Dopo sei anni Cotton si rifà vivo per fare ammenda ed è finalmente pronto per affrontare le conseguenze delle sue azioni.Il libro segue l’alternanza dei punti di vista dei due protagonisti Livie e Cotton e la narrazione procede in terza persona. Questo ci dà modo di assorbire al meglio il messaggio del libro che viene affermato con chiare intenzioni fin dal titolo. “The ninth step” infatti fa riferimento al nono passo, dei dodici passi degli alcolisti anonimi e afferma che bisogna fare ammenda con coloro che si è feriti mentre si era sotto l’effetto dell’alcool. Ed è Cotton inevitabilmente colui che deve fare ammenda, redimersi dal suo passato. Ha trascorso gran parte degli ultimi sei anni della sua vita ubriaco perso, entrando e uscendo dai bar solo per uno shot di whiskey o un bicchiere di gin senza curarsi di nessuna conseguenza. Ma quando tocca il fondo e conosce il suo sponsor, Anita, allora l’uomo capisce che deve smetterla di tirarsi indietro. Ha già rovinato tutta la sua vita in un secondo, quel terribile giorno ma ora basta. Da Seattle torna a Houston per affrontare sé stesso. Cotton non ha avuto l’infanzia facile, suo padre li ha abbandonati per poi morire, sua madre beve dalla mattina alla sera e appena avuta la possibilità suo fratello se ne è andato di casa, fuggendo il più lontano possibile. Non ha mai dimenticato Livie, ma si rende perfettamente conto che non può pretendere di tornare a far parte della sua vita, anche se quello è il suo desiderio più grande. Ma quella della disintossicazione è una strada lunga e difficile, che ha bisogno di forza di volontà e spirito si sacrificio. Livie è una donna che ha sofferto immensamente per l’abbandono di Cotton, soprattutto perché non ha mai avuto una spiegazione, non ha mai avuto un motivo che fosse valido. Lei non ha mai saputo della dipendenza di lui, lo credeva l’uomo con cui costruire la sua famiglia. Anche lei ha una famiglia abbastanza disastrata dove sua madre dipende dal sesso, cambiando partner con una velocità incredibile. Sempre unita con la sorella, prive di mezzi da ragazzine, costrette sempre a guadagnarsi il cibo e circondandosi del loro affetto reciproco per nascondere le mancanze di una donna che non era pronta a fare la madre, ma che nonostante tutto vuole molto bene alle sue ragazze. Appassionata di fiori Livie è una donna che si abbandona al dolore nell’unico modo che conosce, quello che le ha mostrato la madre, salvo avere un animo generoso, disponibile e buono che vince sulla sua voglia di egoismo. La storia è interessante e ben costruita a più livelli. I due protagonisti non devono lavorare solo sulla loro storia distrutta da alcune scelte sbagliate dell’uomo, ma devono lavorare anche su loro stessi e lottare per rendersi migliori e soprattutto essere felici. Entrambi soffrono e cercano di superare il muro di oppressione delle loro dipendenze. E se Livie è sostanzialmente immune alla sua, Cotton ne viene assolutamente gravato come non mai. I personaggi di contorno sono fondamentali, soprattutto Charlie, il vicino di casa di Livie che è assolutamente eccezionale.Il particolare da non dimenticare? Un cestino pieno di uova…e un mazzo di violette. Eh i particolari sono sempre i più belli e incomprensibili da ricordare.Consiglio la lettura, perché “The ninth step” è un libro di speranza e di redenzione, dove perdonare e perdonarsi è la cosa fondamentale per affrontare al meglio la propria insistenza. Non sempre si è pronti per andare avanti, affrontare le proprie azioni. Fare ammenda non significa semplicemente dire la verità o chiedere scusa. Significa capire cosa fare per migliorare una situazione che si è creati da soli nel peggior modo possibile. L’alcool non è il solo demone, spesso i mostri peggiori sono dentro di noi e sono molto più difficili da affrontare.Buona lettura guys!Ringrazio Netgalley e AuthorBuzz per avermi dato la possibilità di leggere questo libro in cambio di una mia recensione.