Review


“Any other night” mi è stato donato direttamente dalla sua autrice Anna Pfeffer, la stessa di “The Wedding Cake Girl”. Avevo già adocchiato il libro da Goodreads, come al solito fonte inesauribile di novità libresche per me, ed è stato un colpo di fortuna conoscere e parlare direttamente con la scrittrice. Un argomento molto controverso, un ragazzo che vive di rimorsi e una fine estremamente aperta come se fosse la fotografia di un momento, queste le linee che rendono il libro molto interessante.Ryan si trova alla festa per il sedicesimo compleanno di Emily Wintraub, la ragazza di cui si è invaghito, ma al contrario di quello che accade ogni altra sera ci è andato da solo lasciando il suo migliore amico Michael a guidare da solo. E quando il giorno dopo scopre che è rimasto vittima di un terribile incidente Ryan si ritrova a dover fare i conti con i propri rimorsi e i segreti che nascondeva Michael, mentre conosce sempre meglio Emily. Le cose non sono semplici e mentre l’anno scolastico si avvicina alla fine deve prendere alcune decisioni importanti. La storia non ha una trama particolarmente arzigogolata anche se complicata da quello che nasconde Michael. Una delle cose che più rendono interessante il libro è proprio il rapporto d’amicizia tra i due ragazzi. Il passato e il presente si uniscono e scompaiono mentre Ryan fa i conti con il vuoto lasciato dalla scomparsa prematura del suo migliore amico. Ryan in fondo è il classico figlio di papà, il padre infatti è un regista pluripremiato e non gli ha fatto mai mancare nulla, se non quella vicinanza emotiva che è estremamente importante per un ragazzo che sta crescendo. La madre è una sorta di comparsa, interessata molto più ai party e ai vestiti che non al benessere dei figli, Ryan infatti ha anche due adorabili sorelle gemelle. E questo rende inevitabilmente Ryan un ragazzo fragile, un badass solo in apparenza, che segue Michael in tutti quei scherzi immaturi, i cosiddetti prank, che mette in atto con il suo fedele compagno. Stessa cosa accade a Michael che tra l’altro cade anche vittima di un brutto giro, che lo lascia sull’orlo di un baratro e Ryan può fare ben poco per salvarlo.L’incidente e le sue conseguenze mettono in prospettiva gran parte dei comportamenti passati dei due ragazzi che devono fare i conti con quello che vogliono. Ryan deve andare avanti, rimettere in piedi la sua vita e si accorge ben presto che non stava andando in una direzione sana, ma stava lentamente cadendo in una sorta di circolo vizioso dettato dal carattere molto più forte e spassionato del suo best friend.Ed è in questa occasione di rinascita emotiva che Emily ha un ruolo fondamentale. La classica brava ragazza, che viene da una famiglia borghese, meno facoltosa di quella del ragazzo, studiosa, con la testa sulle spalle, capace di guardare oltre le apparenza da finto menefreghista di Ryan e osservarne la vera natura generosa ed espansiva, che si cura del resto del mondo che lo circonda, ma che ha bisogno di trovare la sua identità e mettere a tacere i sensi di colpa.Nella morte spesso ci si ritrova a ricordare solo i momenti migliori, l’aria viene a mancare, e si viene ad essere riempiti di condoglianze vuote e suggerimenti meschini che non sempre riescono a spezzare il muro di dolore. Ma tutti hanno i propri difetti, nessuno è perfetto e capita anche di dover fare i conti con scelte sbagliate e conseguenze che rimangono solo sulle spalle dei vivi. Sfogarsi a volte può essere davvero la scelta migliore.Il protagonista è Ryan ed è lui che racconta in prima persona la sua vicenda, ben riuscito e convincente, sia come carattere che come comportamenti e psicologia, segno che a volte anche le donne possono scrivere di caratteri maschili buoni.Il particolare da non dimenticare? Un portachiavi.Il libro è n viaggio verso il progressivo superamento della morta nelle classiche fasi che si affrontano: negazione, rabbia, depressione, miglioramento, in uno spiegamento di forze e incontri benefici, che portano a svelare verità sconvolgenti che non si sarebbero mai immaginate.Buona lettura guys!Io ringrazio Anna Pfeffer che mi ha concesso la straordinaria opportunità di leggere il suo libro in cambio della mia onesta opinione. Mi dispiace solo di averci messo un secolo, ma le cose da leggere sono troppe.Recensione anche sul mio blog:http://pleaseanotherbook.tumblr.com/post/44851567615