Gone, Gone, Gone - Hannah Moskowitz
Mi è capitato il galley di “Gone gone gone” per le mani diverso tempo fa, ma è rimasto a languire nei to read per un sacco di tempo, sommersa com’ero da altro. Con il galley in scadenza ho deciso di dargli una possibilità. E sono contenta di averlo fatto perché la storia raccontata da Hannah Moskowitz è davvero molto emozionante.Lo sfondo su cui si dipana il racconto è vero. Nell’ottobre 2002 è avvenuta davvero questa tragedia: un pazzo andava in giro con una pistola a sparare la gente nei parcheggi e nelle stazioni di rifornimento a Washington D.C. Nell’aria ancora la tragedia dell’11 settembre, mai dimenticato. E per questa Washington in preda alla paura si muovono Craig e Lio due ragazzi di quindici disastrati, ognuno con degli issues da risolvere e solo una certezza, il fatto di voler stare insieme.La Moskowitz ha scritto questa storia super malinconica, dove i due ragazzi hanno mille problemi, alternando i due punti di vista e costruendo le vite, assolutamente verosimili dei due. Lio e Craig sono la personificazione di un disagio e di una paura profonda, che ha radici comuni con un’intera società. Un fatto epocale come l’11 settembre non si cancella in un’istante e ha ripercussioni profonde soprattutto sui membri più deboli e impressionabili. Craig è logorroico, altissimo e nero (non sono proprio riuscita a immaginarmelo nero) tale per cui tutti gli chiedono se giochi a basket, come se essere alto e nero in America comporti praticare quello sport per default. Ha scoperto da giovanissimo di essere omosessuale ed è cresciuto con il suo vicino di casa Cody con cui ha scoperto tutte le tappe dell’amore. Si sa come si dice il primo amore non si scorda mai e Craig è ancora profondamente legato a Cody, soprattutto per come è finita con lui. Il padre di Cody è morto nella strage del Pentagono e il ragazzo è completamente impazzito dal dolore. Craig ha cercato di stargli vicino in ogni modo ma in definitiva la madre lo ha dovuto portare in una specie di manicomio. Craig ne è stato devastato anche perché il suo ragazzo lo trattava come uno straccio. Continuano a sentirsi per mail ma Craig ha trovato rifugio negli animali, trasformando la casa in una specie di zoo. E quando all’inizio della storia vanno dei ladri in casa e gli animali scappano via per Craig è come ricominciare tutto da capo l’unico in grado di consolarlo è Lio. Lio al contrario di Craig ha la carnagione chiarissima ed è basso e dalla figura piccolissima che si confonde tra gli altri ragazzi, porta sempre il cappello e non parla mai se non raramente con Craig che cerca in tutti i modi di fargli esprimere la sua opinione. Lio aveva un fratello gemello, entrambi hanno preso la leucemia e se lui è guarito, suo fratello è morto. Immaginate di portarvi dietro questo peso per il resto della vostra vita. Ma Lio è più forte di quello che ci si immagini. Si è trasferito a Washington da New York e per un newyorkese è diverso vivere l’11 settembre che per un altro qualsiasi cittadino americano e anche questo ha influito sulla sua personalità e il suo modo di pensare. Lio si aggrappa disperatamente a Craig che lo capisce al volo, ma che soprattutto prova dei sentimenti sinceri per lui.Uno sei personaggi secondari che più mi ha colpito è Todd il fratello maggiore di Craig che lavora di notte ad una linea telefonica che contatta chi ha pensieri suicidi e che è un sostegno straordinario per il suo fratellino che sostiene e protegge in ogni occasione.Il contorno alla storia di Lio e Craig è quello comune di una società in frantumi che cerca di superare le conseguenze di una tragedia e di fare i conti con il terrorismo. Non solo il pazzo che gira con la pistola destabilizza ogni punto cardinale di una popolazione già provata e incapace di trovare sostegno nelle forze dell’ordine che brancolano nel buio. È tutto confuso e privo di prospettiva, ma in qualche modo ciò che emerge sono i rapporti di amore e sostegno che si evolvono nelle vite dei protagonisti.L’unica cosa che non ho capito è la copertina. Insolita ma secondo me inadatta a rappresentare il vero spirito del libro.Il particolare da non dimenticare? Oddio è difficile perché in questo libro ogni dettaglio si cristallizza in un momento e non c’è quindi qualcosa che emerge se non la sensazione di sconfitta malinconica che percorre tutta la storia. Probabilmente non c’è. Invito alla lettura di questa storia strappalacrime, assolutamente atroce, ma vera in un modo in cui può esserlo solo un libro del genere. Una storia di aiuto, sostegno e speranza per superare le piccole e grandi tragedie quotidiane. La Moskowitz è una grande scrittrice capace di cogliere storie profondamente strazianti e trasformarle in storie straordinarie da leggere indiscutibilmente. Ringrazio immensamente Simon & Schuster per avermi dato l’occasione di leggere questo libro in anteprima.Recensione anche sul mio blog:http://pleaseanotherbook.tumblr.com/post/22437473285/dusty-reads-2