Review


“One thing you have to remember is good always conquers evil. It’s not just a cliché. It’s true. And I’ll die making sure it happens.”“Emerald city” è il primo romanzo di Alicia Leppert e lo avevo scelto convinta, non so assolutamente perché, che fosse una distopia. Mi sono rifiutata di andare a leggere la trama continuando ad andare a tentativi cercando di capire di cosa parlasse e quando finalmente ho afferrato il senso di tutto ero esterrefatta, tale è stata la bravura della scrittrice.Olivia ha perso la madre che si è suicidata, ha vissuto un’infanzia e un’adolescenza difficile e va avanti per inerzia soffocata dal dolore. Una notte un commento poco felice da parte di uno dei clienti del coffee shop dove lavora fa scattare una molla dentro di lei e tenta di uccidersi. Non aveva considerato l’arrivo imprevisto di un “vicino di casa” Jude che la salva da una fine certa e la aiuta ad andare avanti e a riprendere in mano la sua vita. Piano piano i due diventano molto intimi ma Jude non è chi pensa Olivia e nasconde un segreto, ha sacrificato tutto per lei. I due riusciranno ad essere felici insieme?Ora io pensavo che il libro fosse una storia verosimile, di dolore e speranza e non avrei mai considerato il pizzico di paranormale che aleggia nella storia finché non me lo sono trovata davanti e non ci ho sbattuto la faccia. Anzi ero così sconvolta che ho dovuto rileggere la scena incriminante. Avevo i miei dubbi sulla reale natura di Jude ma non avrei mai immaginato fino a che punto. E questo è un punto di merito per la Leppert che mi ha coinvolto a tal punto nella storia, facendomi completamente immedesimare in Olivia che ho scoperto la verità insieme a lei, in modo naturale e al momento giusto. Incredibile. Olivia è una ragazza che ha sofferto tutta la sua vita. Il padre ha abbandonato la madre quando Olivia aveva solo cinque anni perché si era ricostruito una famiglia con un’altra donna e da allora si è completamente disinteressato della ragazzina che si è dovuta arrangiare con sua madre tirando sempre sugli spiccioli, lavorando senza sosta. La madre non si è mai ripresa, sempre sull’orlo della depressione e quando sua figlia si è trasferita ha mollato la presa. Non si può biasimarla, anche se naturalmente rinunciare è sempre un segno di debolezza, uno di quelli che ti rimangono addosso. Ma chi ci rimette è Olivia che si sente in colpa, che rinuncia a tutto, allontana anche la sua migliore amica e si chiude nell’autocommiserazione. Ma la ragazza è più forte di quello che si pensa, è capace di darsi da fare, di lottare, di non smettere di vivere, perché in fondo tutto si riduce a questo. Non sopravvivere o trascinarsi avanti ma vivere, dare una seconda chance alla vita. E cambia, affronta i demoni del passato, si fa aiutare, si immerge nella realtà che la circonda.Jude invece è completamente preso dalla sua attività ma rinuncia a tutto ciò in cui crede, e che è per Olivia l’ancora di salvezza, perché tiene a lei e ci rivela tutto questo mondo a dir poco magico. È il sostegno che serve alla ragazza, l’amico e il ragazzo giusto per farla uscire dal guscio. Si ci sono momenti in cui lo si vorrebbe prendere a schiaffi, ma è talmente adorabile e dolce che gli si perdona tutto. Non voglio aggiungere altro, probabilmente in altre recensioni viene spiegato chi è Jude ma voglio lasciarvi il piacere di scoprirlo da soli, così come ho fatto io. Ce ne sono tanti di libri che trattano lo stesso soggetto ma questa è sicuramente la trama più originale che abbia letto ultimamente.Non ci sono tantissimi personaggi secondari, e l’unico che voglio citare è Hal, un barbone, ma che in realtà è molto di più, amico di Jude e che nella storia avrà un ruolo speciale.Due sono le cose che ho particolarmente apprezzato di questo libro. Innanzitutto l’ambientazione in questa Seattle glaciale, ma assolutamente impressionante, con il porto, la baia, l’oceano, la commistione di migliaia di vite che si sfiorano ma non si conoscono davvero, che si passano vicine ogni giorno ma non sanno niente l’una dell’altro. I passaggi bruschi tra giorni e notti, gli incubi, le urla, l’appartamento di Olivia che nasconde tutto il suo dolore, quella scatola di legno che nasconde il suo passato, la macchina bianca di Jude e sempre l’impressione di dolore e fatica. Ma di fondo una speranza unica, speranza che si nasconde nell’emerald del titolo.E poi la scelta narrativa della Leppert che racconta la storia in prima persona dal punto di vista di Olivia mostrandoci tutta la prospettiva del suo dolore e della sua sofferenza che continuano a far capolino e a distruggere la sua sanità mentale. Salvo poi alcuni punti di vista, in terza persona di Jude, che non sono davvero risolutivi ma che contribuiscono ad aggiungere mistero e domande alla storia, rendendola ancora più intrigante. È il contrasto che ne viene fuori è assolutamente perfetto.Il particolare da non dimenticare? Una statuina a forma di angelo. Che significato ha? Leggete e scopritelo.Consiglio a tutti la lettura di questa storia meravigliosa dove la speranza si personifica, l’amore e la lotta per la sopravvivenza fisica e spirituale la fanno da padrone. Non c’è niente di scontato, ogni giorno si conquista un pezzo di felicità a costo di sacrifici e di rinunce. L’amore non è solo la felicità di stare insieme, significa anche rinunciare a quello che si è per rendere felice l’altra persona senza annullarsi. Un tocco di paradiso sulla terra.Buona lettura guys!Io ringrazio Netgalley e Cedar Fort per avermi concesso l’onore e il privilegio di leggere questo ARC in cambio di una mia recensione. Thanks!