Review


“Numbers” è veramente una vita che volevo leggerlo, è uscito infatti nel 2009, ma non ne ho mai avuto l’occasione. E ora eccomi qui!Jem è una ragazza di 15 anni che ha un dono speciale, può vedere la data di morte delle persone. Questo non è un dono facile da gestire e l’allontana irrimediabilmente dalle altre persone. Un giorno però lungo uno dei canali dl Tamigi conosce Spider e un breve tempo i due diventano amici. Durante un tragico incidente alla torre panoramica di Londra Jem sa che sta per succedere qualcosa e corre via con Spider. Inizia così una fuga che li porterà nella campagna inglese verso il mare con la consapevolezza di Jem che la data di Spider si sta avvicinando a rapidi passi. Si può cambiare il destino?“Numbers” non è solo romance, anche se questa riveste un ruolo importante nella trama, ma è anche un libro di fede, fiducia, speranza. Jem e Spider sono due emarginati, destinati ad essere abbandonati dalla società che non li capisce e non riesce a pendersene cura. Delusi e amareggiati da una vita vissuta agli angoli prendono la fuga come l’unica cosa che li possa salvare.Jem è una ragazza segnata dal suo dono, un peso in realtà che la rende incapace di essere se stessa e di vivere con gli altri. Guardare negli occhi un’altra persona vuol dire scoprire la sua fine e inevitabilmente immaginare che cosa succederà, che cosa succede nella sua vita e farsene una ragione. E non poterne parlare con nessuno. È perciò una ragazza solitaria, che si nasconde dietro il suo sarcasmo e le sue repliche acide, per difendersi da un’esistenza amara. Sua madre è morta di overdose quando era solo una bambina e da allora è stata sballottata da una famiglia all’altra, incapaci di prendersene cura sul serio e che la mandava via appena si accorgevano che non valeva la pena. È una di quelle ragazze che devono crescere da sole, prendersi cura di sé e farsi largo nella vita con le unghie e con i denti. Ma che alla fine sono incapaci di difendersi.Spider è un sopravvissuto anche lui, vive con la nonna, non si lava mai ed è destinato a diventare uno spacciatore o uno di quei morti di fame che girano per le strade londinesi. Alto e magro, di colore è simpaticissimo con la battuta sempre pronta riesce a consolare e a tirare su di morale Jem ma anche a penetrare nel suo muro di protezione. Come un martello pneumatico sfonda la sua reticenza e ottiene la sua fiducia. Ed è questo che più ho apprezzato di Spider. Un personaggio originale che si discosta dal solito prototipo del personaggio maschile di YA. Se si può considerare comunque un bad boy per quello che fa non ha nulla del solito jackass bello e impossibile, ma anzi è un ragazzo che tutti prendono in giro, l’ultima ruota del carro ma comunque si sa far valere per la sua simpatia e originalità. E si fa il tifo per lui fino ala fine.La Ward svolge un ottimo lavoro sia a livello di trama che di scelte narrative. L’uso della prima persona e il punto di vita di Jem sono fondamentali per immergersi nella storia. L’ambientazione nei sobborghi londinesi e poi in mezzo alla campagna inglese è assolutamente azzeccata e ben rappresentata per non parlare dell’abbazia di Bath. Da togliere il fiato.La romance si amalgama perfettamente con l’avventura e il risultato è fresco e senza ombra di dubbio diverso da tanti altri YA che si trovano in giro. Non vedo l’ora di mettere le mani sul secondo volume della trilogia “The Chaos” già uscito e vedere che cosa si è inventata la Ward.Da farci un pensierino.