Pure - Julianna Baggott
“Pure” è uno di quei libri che avevo richiesto perché incuriosita da trama e copertina e poi rimasto nel dimenticatoio finché non mi sono accorta che era il caso di recuperarlo. E ho fatto tombola. (tanto per rimanere in tema natalizio)L’ambientazione è post-apocalittica e assolutamente incredibile. Una serie di bombe sono state fatte esplodere sul territorio americano e mentre una parte della popolazione si è messa in salvo nella “Dome” (una enorme cupola) il resto è rimasto a sopravvivere agli effetti delle esplosioni.Pressia Blaze sta per compiere sedici anni e questo significa essere catturata dalla OSR una specie di milizia che vorrebbe buttar giù la Dome. I cittadini hanno subito delle trasformazioni, alcuni elementi estranei si sono fusi con i loro corpi creando degli esseri ibridi a vari livelli e alcuni di essi hanno perso alcune caratteristiche umane. Pressia cerca di vivere alla giornata con suo nonno cercando di non essere catturata.Nella Dome vivono i Puri coloro che non sono stati trasformati dalle bombe e non hanno marchi su di loro. Qui vive Partridge, figlio degli uomini più influenti all’interno della Dome e incredibilmente resistente ai test a cui viene sottoposto. Ma quando il padre si lascia scappare una frase sul fatto che la madre potrebbe essere ancora viva il ragazzo ne diviene ossessionato e decide di lasciare la sicurezza del luogo in cui vive per andare a cercarla. Quando Pressia e Partridge si incontrano cambierà tutto e la ricerca della madre del ragazzo li condurrà a scoprire le ragioni delle esplosioni, la vera identità di Pressia, fino a che non dovranno scegliere entrambi da che parte stare.Ora lo devo ammettere “Pure” è il libro dystopian più originale e avvincente che abbia letto ultimamente. Non fraintendetemi, ce ne sono di meravigliosi (basti pensare a Divergent o The hunger games) ma questo mi ha davvero sconvolto. Non solo per la trama, i colpi si scena e la storia in sé, ma anche perché la Baggott ha svolto un ottimo lavoro. La narrazione in terza persona non è semplice da digerire, forse perché sono troppo abituata a leggere in prima ma devo ammettere che nonostante tutto riesce perfettamente a cogliere i vari protagonisti in modo molto preciso. Questo poi le permette anche di saltare facilmente da un punto di vista all’altro senza che le varie parti risultino troppo distaccate l’una dall’altra. Osserviamo la storia attraverso quattro paia di occhi: quello di Pressia e Partridge, ma anche quelli di Lyda e El captain. E se all’inizio credevo che i contributi di Lyda fossero totalmente inutili mi sono dovuta ricredere.Pressia è il tipo di protagonista che vorrei leggere in ogni libro. Forte, indipendente, non ha nulla della dama in distress che deve essere salvata dal principe azzurro. Si prende cura di suo nonno, costruisce piccole farfalle di metallo per barattarle al mercato e quando il pericolo la prende alle spalle non esita a combattere a prendere in mano le armi e a sporcarsi le mani. Non batte ciglio neanche quando prova a salvare il Puro che si trova davanti a lei, non si ferma neanche a pensare mentre lo porta dall’unica persona che può aiutarli non indugia a salire in strada a gettarsi dietro Brandwell, a farsi in quattro per le persone a cui tiene. Pressia è una sopravvissuta e in quanto tale deve combattere deve farsi largo, non può disperarsi e piangere, deve ingoiare le lacrime e farsi largo in un mondo in cui è maledettamente difficile vivere. Tutti hanno perso qualcuno che amano, ma questo non vuol dire che si può ignorare ciò che ci circonda o pensare solo al proprio dolore, non quando la metà della popolazione muore di fame e ha vari pezzi di oggetti fusi con il proprio corpo.Brandwell è l’hot guy della situazione, anche se considerando tutto forse hot non è la definizione giusta, non per quanto riguarda il suo aspetto fisico se si pensa ai nostri standard. Ma nel contesto di “Pure” il ragazzo diviene la speranza di Pressia ed è un ragazzo eccezionale. Cresciuto e sopravvissuto alle esplosioni praticamente da solo, creduto morto da quello che rimane dell’organizzazione civile si nasconde e cerca di organizzare degli incontri per mantenere viva la memoria del prima e di quello che è accaduto, di quello che rappresenta in realtà la Dome. Un guerriero che non esita a difendere Pressia. Partridge nella Dome ci sembra un debole, uno di quei secondogeniti nell’ombra del fratello maggiore Sedge senza spina dorsale che si piega alla volontà paterna senza lottare. Ma appena ce lo troviamo fuori la nostra percezione cambia immediatamente mostrandoci chi è davvero. Anche lui combatte quando ce n’è bisogno ma soprattutto apre gli occhi sul ruolo del padre in tutta la faccenda e su quello che è accaduto davvero con la madre e alla fine dovrà accettare il suo ruolo. Lyda è una Pura, in qualche modo legata a Partridge non esita ad aiutarlo anche se questo le costa la sua libertà. Solo una donna è capace di certi sacrifici. Mentre i ragazzi sono tutto istinto e violenza una donna è capace di pianificare, mettere insieme i pezzi e condurre il gioco in maniera perfetta.El captain è un altro personaggio molto interessante e ben riuscito di quelli che ti rimangono nel cervello e che fanno davvero la differenza. Appena fa la sua comparsa non fa una buona impressione ma piano piano si capisce quanto è importante soprattutto contro Ingership.Il libro in definitiva merita davvero e l’avventura e il mistero la fanno da padroni. La romance è messa da parte per descrivere al meglio la componente distopica davvero originale e ben riuscita, capace di emozionare il lettore come per pochi altri libri. Storia davvero ben riuscita, anche se per ingranare ci vuole un pochettino. Aspetto “Fuse”, il secondo libro della trilogia, con impazienza per vedere cosa si inventa la Baggott.Ringrazio tantissimo Netgalley e Grand Central per avermi dato la possibilità di leggere “Pure” in anteprima in cambio di una mia onesta opinione.