Review


“Starstruck” è uscito a luglio, ma è rimasto per diverso tempo semplicemente a poltrire nelle cose da leggere, e ho deciso di dargli una chance.Gwendolyn Reilly aka Dough sta per iniziare il suo junior year e dopo un’assenza di tre anni sta per tornare da Los Angeles Philip P. Wishman o semplicemente Wish il suo migliore amico, che è diventato nel frattempo il suo ragazzo via mail. Gwen aiuta la madre in una pasticceria, e nel corso degli ultimi anni ha guadagnato diversi chili, mentre Wish è diventato un ragazzo super hot. La ragazza convinta che Wish la lasci appena la vedrà, disgustato dal suo aspetto fisico, cerca in tutti i modi di evitarlo non rendendosi conto che il ragazzo vuole stare così. Ma Wish non è più il ragazzino che giocava con lei nel retro della pasticceria e nasconde un terribile segreto che lo coinvolge in un culto antichissimo che solo il nuovo impiegato della pasticceria Christian potrà mettere in luce. Cosa conta di più l’apparenza o il vero amore?Non sapevo cosa pensare di “Starstruck” quando ho iniziato a leggerlo avevo completamente cancellato dalla memoria la trama, non mi ricordavo perché lo avessi messo nelle cose da leggere e mi sembrava una romance carina da leggere. Quando il paranormal ha fatto la sua comparsa ho iniziato a vedere delle crepe. Devo dire la verità che la Balog non ha centrato l’obiettivo. Se l’idea di fondo risulta originale, la storia del culto e dei Luminati è molto interessante, non riesce a svilupparla in modo convincente, la tratta con superficialità e frettolosamente, non concentrandosi sui dettagli, ma correndo verso lo scioglimento finale. Anche la redenzione, passatemi il termine, di Wish è improbabile e non curata abbastanza. La trama aveva dell’ottimo potenziale che non ha retto le aspettative.Uno degli elementi che salvano il libro è la protagonista Gwen è memorabile e assolutamente perfetta. Combatte con la ciccia, con l’esclusione, le prese in giro, l’emarginazione degli adolescenti che può essere micidiale. Autoironica, spiritosa, con la battuta sarcastica sempre sulla punta della lingua risulta gradevole e ben descritta. La narrazione in prima persona ci aiuta ad entrare perfettamente in sintonia con il suo modo di pensare e ci fornisce l’opportunità di rinnovare la classica immagine da eroina di YA. Anche Christian è un buon personaggio, diverso dalla maggior parte di quelli che si leggono normalmente ma, a mio parere, poco sfruttato e relegato ad un ruolo secondario insostenibile.Il particolare irrinunciabile? Questa volta è una persona Maideline la nonna di Christian ne combina delle belle.Non posso dire che il libro sia illeggibile, perché non è vero l’ho letto in fretta e Gwen si fa saper amare, ma sicuramente manca qualcosa e c’è qualcosa che non va. Sicuramente non uno dei migliori YA che abbia letto ultimamente.