Review


“The water wars” non mi ricordavo neanche di averlo nelle cose da leggere e naturalmente neanche mi ricordavo la trama, ma una distopia è una distopia e anche questo è un buon libro.Siamo in un mondo futuristico in cui le risorse d’acqua della terra sono quasi al limite e i confini geografici così come li conosciamo non esistono più. I governi del mondo si combattono per le poche riserve rimaste. Solo chi è davvero ricco e dispone di mezzi ha accesso all’acqua. Vera, la protagonista, abita insieme al fratello Will e ai suoi genitori nella repubblica di Illonowa, non se la passano troppo bene ma neanche troppo male. Tutto cambia quando nella loro città arriva Kai con cui Vera fa subito amicizia. Lei e il fratello frequentano quasi tutti i giorni il nuovo ragazzo che dimostra di avere un accesso continuo all’acqua. Kai ha un dono speciale e un giorno scompare misteriosamente. Vera e Will decidono di andare a cercarlo ma non si rendono conto che la ricerca non è semplice e si imbattono in un pericolo dietro l’altro in una lotta per il potere che li coinvolgerà in prima persona. Tra nemici e alleati Vera si rivelerà la mente dell’operazione di salvataggio ma questo è solo l’inizio.Stracher ha avuto un intuizione geniale e ha descritto il mondo come potrebbe essere tra un paio di centinaia di anni. Inquinamento e sprechi conducono all’immancabile riduzione di materie prime e risorse e sappiamo tutti quanto l’acqua sia fondamentale per la vita. Si può resistere per lunghi periodi di tempo senza mangiare ma senz’acqua non si sopravvive neanche per tre giorni. Considerando che solo un terzo dell’acqua presente sulla superficie terrestre è bevibile. Il resto è costituito da acqua salata che viene resa potabile solo grazie a complessi e costosissimi processi di desalinizzazione. Ma questa è la realtà che ci aspetta, una realtà sconvolgente in cui l’acqua diventa oro, qualcosa di così prezioso che vale la pena di combattere per averla. La descrizione dell’ambientazione è perfettamente verosimile e sembra davvero di dare una sbirciatina al futuro della terra.I personaggi sono incredibili a cominciare da Vera, curiosa, carismatica, capace di parlare con chiunque e senza darsi per vinta. Preoccupata più per la sua famiglia che per se stessa convince il fratello ad andare a cercare Kai di cui praticamente non sanno niente e nonostante tutto lei crede di poterlo salvare. Si adatta facilmente alle varie situazioni e non è mai patetica come a volte possono essere le ragazze poste in situazioni più grandi di loro. Will suo fratello maggiore è il fratello che ogni ragazza vorrebbe avere, premuroso, gentile, compassionevole, un lottatore, il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Coraggioso e capace di far fronte alle varie situazioni a cui viene posto davanti. Un personaggio meraviglioso. Nonostante le ferite fisiche crede nella sorella sempre.Il padre nonostante il ruolo marginale, è importante e si rivela incredibilmente dolce e si capisce che ci tiene davvero ai suoi ragazzi.Ulysses, il capo dei pirati. Uno dei personaggi meglio riusciti che si prende davvero a cuore i due ragazzi e li aiuta durante tutta la loro spedizione, così come Sula.Ho apprezzato davvero molto il libro forse perché l’elemento avventuroso e quello futuristico prevalgono a quello della romance presente solo marginalmente. Ciò che conta sono le avventure dei protagonisti e soprattutto la descrizione della realtà in cui vivono. The Great Panic, quando tutto ha iniziato a disfarsi, i meri interessi della politica, la lotta per il potere. E i paesaggi e le descrizioni dell’America dilaniata dalla scomparsa delle risorse idriche. L’adattamento e la speranza in una condizione inimmaginabile eppure che rappresenta una possibilità reale.La mano maschile che parla di una protagonista femminile si sente, ma devo dire che Stracher fa un buon lavoro nella caratterizzazione di Vera, che risulta molto meno femminile e più tosta e non si perde nella contemplazione di Kai. Rigenerante da un certo punto di vista. Anche le descrizioni da questo punto di vista sono essenziali e vanno dritte al punto e Vera non nota molti dettagli che una ragazza avrebbe colto. Molto meno emotiva e più fisica Vera non è una damigella in distress, ma una che decide di rischiare tutto per Kai, perché ci tiene, perché pensa che sia la cosa giusta da fare.Scritto molto bene il libro è interessante e lo consiglio come promemoria per ricordarci del nostro bene più prezioso. Diamo per scontate un sacco di cose ma leggendo “The water wars” mi sono resa conto di come anche solo tenere in mano un bicchiere d’acqua in un momento qualunque della giornata non è così scontato. E di come le persone possono diventare violente per sopravvivere.