Going Too Far - Jennifer Echols
“Going too far” è uno di quei libri di cui mi ha colpito la copertina, la trama e in definitiva ho deciso di leggerlo perché ammetto di avere a little thing for cops.Meg è una diciassettenne che sta per finire il suo senior year. È Marzo, ha fumato, non delle sigarette, bevuto birra, e insieme a quello che dovrebbe essere il suo compagno di avventure Eric e due amici Brian e Tiffany si è arrampicata su un ponte, su cui due fidanzati sono stati investiti da un treno. Mentre i due ragazzi cercano di entrare nei pantaloni delle ragazze arriva la polizia capeggiata dall’agente After. Per Meg è un uomo sulla quarantina, sposato e con figli, ma si accorgerà ben presto che ha solo 19 anni e che solo l’anno prima frequentava la sua high school. Per salvare la loro fedina penale l’agente After propone ai ragazzi di saltare la loro settimana di vacanza (lo spring break) in Florida e passare una settimana con la polizia, i paramedici e i vigili del fuoco come punizione per redimersi. Meg dovrà passare la settimana con l’agente After che farà di tutto per farle capire che non si deve buttare via e tra commenti sarcastici, doppi sensi a sfondo sessuale i due diventeranno molto vicini e entrambi riusciranno a superare le loro paure e il loro passato.Meg è un personaggio complicato e affascinante di quelli che impieghi un po’ ad amare perché non sono subito comprensibili. Ha i capelli blu e fa qualsiasi cosa per sentire il brivido, l’adrenalina, tenersi sempre sul bordo. Non teme niente perché ha visto la morte in faccia, l’ha scampata e quando è tornata indietro le sembrava di non avere più niente. Vittima di potenti attacchi di panico e di claustrofobia non sopporta di essere legata, messa all’angolo e in qualunque modo privata della libertà di movimento, tutto ciò a causa di quello che è successo quando era malata. Uno shock pazzesco quando finalmente ce lo racconta. Ma coraggiosa, e anche se sboccata, imprevedibile e assolutamente fuori controllo capisce qualcosa, alla fine della storia Meg non è la ragazzina che non si cura di niente dell’inizio. John riesce nell’impresa.John è Afterjohn un ragazzo del liceo che decide di rimanere nella città dove è cresciuto anche se tutti i suoi amici si non trasferiti per il college per essere un poliziotto e rimanere legato visceralmente al ponte dove inizia il racconto, ma dove in realtà inizia tutta la sua vita. O perlomeno quella che conta, quella che lo rende la persona che incontra Meg. Non vi racconto la storia del ponte perché è quella su cui si regge tutto, ma vi posso assicurare che John, l’agente John, è un personaggio molto interessante. Anche se lo conosciamo solo attraverso le impressioni di Meg, la storia infatti è narrata in prima persona dalla ragazza, la Echols fa un buonissimo lavoro nel presentarcelo. L’ultimo arrivato viene subito inserito nel turno morto, quello dalle 10 di sera alle 6 del mattino, il turno dove accadono gran parte dei reati, il turno in cui viene incastrata anche Meg. John è irreprensibile, cerca di essere sempre all’altezza, di nascondersi dietro la divisa per celare le sue paure e le sue ansie e quel senso di impotenza che gli viene dal pattugliare notte dopo notte il luogo che lo ossessiona. Ma ci tiene alla ragazza, in pochi giorni i due si innamorano ed è un sentimento talmente intenso che non può essere ignorato. E si salvano a vicenda e questa è la cosa più importante.Ci sono altri personaggi ma l’unico che voglio citarvi è Will uno dei migliori amici di John ed è lui che fa da intermediario tra i due ragazzi e in definitiva ci aiuta a capire un po’ meglio John. Simpatico, imbarazzato dai commenti impertinenti di Meg, è l’amico ideale e emerge sicuramente sullo sfondo degli altri personaggi secondari.Sono molto felice di aver letto questo libro, non solo per i protagonisti assolutamente interessanti e ben descritti e per la romance che sicuramente rappresenta una parte importante della storia, ma anche per gli altri temi che tratta, validi e di riflessione su quello che significa vivere in provincia, il rapporto con i genitori, la malattia, la droga, il sesso occasionale e la morte. Non sempre di facile lettura lo stile della Echols aiuta ad immergersi in quella che è l’atmosfera di base del racconto con tutti i suoi punti dolorosi con una punta di ironia e di sarcasmo che non guasta mai.E ora il pezzo forte. Se c’è da tenere bene in mente il ponte per le ripercussioni e soprattutto perché è il vero fulcro della storia ricordatevi della fontana. John lì è superbo.Vi consiglio la lettura, non è una semplice romance.