The Silent - Rebecca Kenney
“The Silent” è un altro di quei libri che mi ha colpito per la copertina e che ho deciso di leggere per quello senza una reale ragione, di solito il mio istinto ci prende, a volte fa davvero schifo. Comunque veniamo al libro.La storia è quella di Nikki Altemann una ragazza di diciassette anni che abita a Mourning in Vermont. La ragazza rimane coinvolta in un’indagine investigativa alla ricerca del colpevole che ha mandato delle mail minatorie al corpo docente dell’ high school locale. Intanto deve affrontare la vita di tutti i giorni: la scelta del college, il fallimento del matrimonio dei suoi genitori, la crisi del fratello Tae, i suoi amici. E quando inizia davvero ad ascoltare e a parlare con gli altri ragazzi della sua scuola si rende conto che la vita è difficile per tutti e le maschere che indossiamo ogni giorno nascondono molto bene quanto sanguiniamo dentro. The silent è la definizione del colpevole che da il detective che investiga sul caso. L’insospettabile, colui che si nasconde dietro una facciata incrollabile ma che vive nella rabbia e nel dolore di essere praticamente lasciato a se stesso. Di non essere considerato né dagli adulti, né dagli altri ragazzi. E sono rimasta senza parole nelle scene finali quando scopriamo il colpevole.Nikki la protagonista è una ragazzina con la testa sulle spalle, responsabile, seria, giudiziosa, generosa che in qualche modo non riesce a rimanete in disparte. Non con la classica sindrome della crocerossina, ma perché davvero sente distintamente il peso del dolore degli altri. Quei piccoli frammenti che ci vengono regalati e che precipitano sulle nostre spalle se solo ci apriamo agli altri. E lei lo fa davvero catapultandosi nelle vite degli altri, seguendo degli indizi, sbagliando, ma credendoci sempre e alla fine risolve il caso anche se in maniera diversa da quella che immaginava.Gli altri personaggi che compaiono alla fin fine sono solo delle comparse perché la unica protagonista è Nikki con le sue fragilità e insicurezze, ma anche con la sua forza.Justin il ragazzo per cui ha una cotta si rivela più impaurito e insicuro di lei perché pieno di dubbi sulla sua fede, Haley la sua migliore amica forse è l’unica che merita di essere citata perché è uno dei personaggi che vive una sorta di crescita, e rimane piuttosto marginale rispetto alle potenzialità che aveva. I genitori vengono citati ma non hanno un ruolo rilevante per la storia e se ne poteva anche fare a meno. La detective Kaye è fondamentale non solo perché è una figura rassicurante per Nikki ma anche perché è l’unica che crede davvero nella pericolosità della situazione.Il libro comunque riguarda la fede, è un libro cristiano e questa tematica riveste un grande ruolo. Se si passa sopra alle citazioni dei versetti (i genitori di Nikki fanno una scenata al supermercato con il padre che cita la Bibbia alla madre) si scorgono le reali intenzioni del libro. Quello che l’autrice vuol fare è infondere fiducia in un mondo che sempre più non ne ha a sufficienza. Non c’è solo vana retorica ma anche riflessioni veritiere ed efficaci e di cui si dovrebbe far tesoro soprattutto quando siamo continuamente a chiederci perché accadono le cose.Rebecca Kenney poi sfrutta molto bene l’uso del diario, nella forma di un blog per dar voce ai pensieri di Nikki riuscendoci a farci entrare nella sua mente. E per di più l’inserimento di un capitolo con un altro punto di vista ci dà modo di capire quei momenti in cui Nikki è al buio e che per noi invece sono fondamentali per rimanere nella narrazione.Ringrazio Netgalley e BJU Press per avermi dato modo di leggere questo ARC. Thanks!