Review


Non ricordo perché ho deciso di leggere “Anatomy of a disappearance” e ho continuato la lettura per la mia regola delle dieci pagine ( se supero la decima pagina devo finire il libro a qualsiasi costo), ma se devo essere sincera non riesco a capacitarmi della mia reazione.Il libro racconta la storia di Nuri un ragazzo arabo, egiziano, che sopravvive alla morte della madre e in seguito alla scomparsa del padre, scomparso in circostanze misteriose. Suo padre è un ex-ministro, un dissidente che continua a lottare per il suo paese. Durante una vacanza conoscono Mona e in poco tempo il padre decide di sposarla. Nuri sviluppa una sorta di ossessione per lei, ma il rapimento improvviso di suo padre cambia tutto. Il ragazzo attraversa la sua adolescenza cercando di fare i conti con il passato ma questo non è mai semplice.Nuri, protagonista indiscusso della storia non è un personaggio semplice da descrivere. La morte della madre segna molto la sua vita ma in realtà è il padre che lo plasma in maniera definitiva. Fino alla fine non capiamo che cosa succede, e in ogni punto del racconto aggiungiamo un tassello. Nuri infatti non conosce realmente suo padre. Fin da bambino il padre rimane questa figura mitica, avvolta nel mistero, idealizzata e cristallizzata nel momento del suo rapimento. Nuri sembra vivere in una sorta di shock che lo porta a compiere delle scelte difficile. Cerca sempre di non affrontare in pieno la verità, si nasconde dietro piccoli dettagli e alla fine torna a casa solo per camminare sulle orme lasciate dal padre, incapace di accettare la sua dipartita.La figura del padre, Kamal, è forse la più affascinante della storia, non solo perché non riusciamo a capirla fino in fondo, ma perché rimane nell’immaginario di Nuri come una sorta di eroe con cui lui continua a confrontarsi. Nonostante anche lui compia delle scelte opinabili, alla fine non facciamo altro che renderci conto del suo amore incondizionato per il figlio che lo porta anche a sacrificarsi in maniera totale.Il tempo passa velocemente e la lettura scorre nonostante in alcuni momenti ci si chieda perché. I continui spostamenti attraverso il mondo dei protagonisti contribuisce a dare velocità e manca una sorta di pausa che permetta di riflettere sugli avvenimenti che si succedono velocemente. Non c’è una vera spiegazione, Matar ci lascia a scervellarci sul mistero.Uno dei personaggi che più mi ha colpito comunque non è Mona che ho trovato piatta e poco incisiva ma Naima questa sorta di domestica ma che in realtà è molto più vicina a Nuri di quanto possa sembrare. Questa donna che si deve sacrificare, che deve mantenere il silenzio, che si spacca la schiena ma che ama profondamente il ragazzo. Molto molto interessante.Non è una storiella, le emozioni in gioco sono dure e profonde e la fine della lettura lascia l’amaro in bocca, anche se rimane una nota dolce che rincuora o per lo meno dà speranza in un mondo, quello de Il Cairo che non è facile da vivere.Se avete voglia di una storia vera e difficile, di quelle su cui rimugini una volta terminato il libro vi consiglio “Anatomy of a disappearance”.Ringrazio Netgalley e Random House Publishing per avermi permesso di leggere questo libro, chiedendo solo un mio commento.